Nel nome dei “magnifici sette” vincitori dei tre grandi giri, la 23.sima edizione della Granfondo Gimondi Bianchi passa agli archivi come una delle meno fortunate dal punto di vista meteorologico. Era dal 2012 che la grande manifestazione disputata oggi a Bergamo non incontrava la pioggia: in quell’edizione (come pure l’anno precedente, anch’esso piovoso) fu necessario eliminare il percorso lungo, stavolta addirittura anche quello medio. “Un tempo del genere a inizio maggio è davvero impensabile, ma abbiamo cercato di garantire comunque una gara regolare e svolta in piena sicurezza - ha spiegato l’organizzatore Giuseppe Manenti -. Ci spiace per i partecipanti e per il freddo patito, tuttavia siamo convinti di aver comunque agito correttamente e in assoluta buonafede”...
Questo e' stato il comunicato dell'organizzazione
"Cari amici,
è stata una giornata difficile con condizioni meteo molto avverse ma è doveroso da parte nostra dare alcuni chiarimenti, anche a fronte di commenti talvolta gratuiti e offensivi che non possiamo accettare. Siamo i primi ad essere dispiaciuti.
La 23.sima edizione della nostra GF si è svolta in una situazione atmosferica evidentemente eccezionale, data la stagione: questo lo affermano i meteorologi, non noi. Tuttavia non accettiamo di vederci considerati come opportunisti e avidi organizzatori che non hanno a cuore la sicurezza dei partecipanti: la storia della nostra manifestazione dimostra il contrario. Avrete notato che tutta la struttura organizzativa e tutti i servizi sono stati allestiti regolarmente, dunque non ci sono stati calcoli opportunistici o forzature di alcun tipo, semplicemente la volontà di salvaguardare l’evento ed i suoi iscritti. Le previsioni meteo non erano favorevoli ma l’ulteriore peggioramento dopo la partenza (avvenuta senza pioggia, peraltro) ha complicato una situazione che avevamo previsto come del tutto gestibile.
Abbiamo sbagliato? Forse, e nel caso chiediamo scusa, seppur nel dubbio che una scelta radicale di segno opposto avrebbe comunque generato delle critiche. Ridurre la gara al solo percorso breve è stata una rinuncia dolorosa ma necessaria e certo non ispirata dal cinismo che qualcuno ci attribuisce, evidentemente non conoscendoci.
Potevamo deciderlo prima? Forse, ma sarebbe stato poco rispettoso verso coloro i quali erano venuti a Bergamo dal resto d’Italia (e i 500 arrivati dal resto del mondo) per pedalare sui nostri bellissimi percorsi.
Nel momento in cui si è presentata una situazione estrema sul Selvino, abbiamo bloccato la corsa deviando i ciclisti verso Bergamo e assistendo coloro (circa 50) che nel frattempo erano arrivati in quota infreddoliti. Abbiamo posizionato sul percorso 880 addetti alla sicurezza allestendo regolarmente i tre percorsi: un organizzatore avido e opportunista certe cose non le fa, considerando che quelle persone vengono pagate per il servizio che svolgono.
E’ ovvio, non siamo contenti di come è andata questa edizione, e siamo molto rammaricati per il disagio che i partecipanti hanno dovuto subire, sebbene alcuni di loro si siano presentati al via con un abbigliamento sicuramente inadeguato. Ma siamo persone serie e professionali, accettiamo le critiche perché ci aiutano a migliorare, non le offese di chi vuole solo spargere veleno: questo non è corretto.
Grazie a tutti per aver comunque onorato la nostra manifestazione, nella speranza di potervi accogliere (con il sole) l’anno venturo.
Giuseppe Manenti, organizzatore GF Gimondi-Bianchi
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