Graziano Levantini, 35anni, magazziniere presso una multinazionale del settore della moda, abita ad Arcore ed è di origini siciliane. Cicloamatore da circa 3 anni, durante questo periodo di quarantena, ha pensato di unire il tanto tempo libero a disposizione con il suo grande hobby: la bicicletta.
La sua è stata una vera e propria impresa sportiva su due ruote. Graziano ha compiuto quella che in gergo viene chiamata “Everesting“, ovvero un’attività in cui i ciclisti salgono e scendono più volte fino ad accumulare un dislivello di 8.848 metri.
Levantini supportato da sua moglie, che ha fatto da ammiraglia, e dal Makako team, squadra amatoriale a cui è affiliato, ha “scalato” una salita tante volte fino a raggiungere il dislivello della montagna più alta al mondo, l’Everest. Il tutto senza mettere piede fuori dalle mura domestiche.
Come ci è riuscito? Da dove nasce questa idea e la sua passione? Ce lo racconta l’atleta: “Sono un cicloamatore da circa 3 anni, prima non ho mai praticato alcun tipo di sport. Ho comprato la mia prima bici giusto per fare qualche sgambata il fine settimana ma, chilometro dopo chilometro, la passione è cresciuta. Dopo qualche periodo mi sono iscritto in un a squadra amatoriale Makakoteam, ed è con loro che ho avuto i primi stimoli alla “competizione”. Il ritrovo è ogni domenica mattina davanti alla Villa Reale di Monza e da lì si parte per i vari giri che portano sempre a varie salite nelle nostre zone. Salite che vengono intraprese sempre con grande bagarre e sana competizione. E’ in una di queste uscite che, chiacchierando con altri, sono venuto a conoscenza di questo “impresa” Everesting. Dentro di me mi sono detto prima o poi… La verità è che avrei voluto farla su strada ma, visto che la quarantena mi ha regalato molto tempo libero, mi sono detto perché non sfruttarlo al meglio? Così ieri mattina, alle ore 8:06, è iniziata la mia avventura”.
Graziano si è collegato a “Zwift“, un programma di allenamento fisico e ciclismo multiplayer online che consente agli utenti di interagire, allenarsi e competere in un mondo virtuale. “Ho iniziato a pedalare e dopo più di 14ore e 210km sui rulli (ciclomulino che permette di praticare ciclismo indoor) sono riuscito nel mio intento”.
Lo sforzo fisico è stato tanto ma ne è valsa la pena. Il 35enne pensa già a nuove imprese per il 2020. Nel frattempo, tre volte alla settimana, si incontra online con i suoi compagni di bicicletta per un giretto virtuale in attesa che l’emergenza sanitaria rientri perchè, anche in quarantena, lo sport può rendere #distantimauniti.
Articolo tratto da Monza e Brianza