il tram della comasina

venerdì 2 dicembre 2016

COME AFFRONTARE L'INVERNO...

Quando le giornate si accorciano e la temperatura si abbassa, spesso si è portati a lasciare la bici in cantina e a prendere l’auto. Questa situazione è molto comune, perché si ha paura di ammalarsi, delle condizioni atmosferiche proibitive, del buio che arriva presto e si finisce per abbandonare la bici a Novembre e riprenderla ad Aprile. In questo articolo vedremo come attrezzarci per poter continuare le nostre attività in sella durante il periodo invernale
 L’inverno non è sicuramente la stagione più propizia per uscire in bici. Oppure no? Io ad esempio trovo fantastico girare in mtb in inverno, con i sentieri ghiacciati, il silenzio, i campi bianchi di brina, il fiato che si congela, il freddo che pizzica la pelle. Sono sensazioni davvero intense e non me le perderei per nessuna ragione al mondo. Ovviamente tutto questo è possibile solo dopo essersi attrezzati per resistere alle temperature basse, al vento, alla pioggia e alle condizioni atmosferiche decisamente sfavorevoli.
Ci sono due dogmi assoluti da rispettare per poter godere dell’esperienza del ciclismo in inverno e sono i seguenti: restare asciutti e stare caldi. Solo così sarà possibile far fronte alle condizioni atmosferiche e divertirsi in sella.
 Partiamo con qualche principio di anatomia a supporto dei due dogmi. Quando la temperatura esterna è troppo bassa, il nostro cervello mette in atto una serie di limitazioni alla circolazione sanguigna per impedire che gli organi interni (cuore, fegato, intestino) subiscano danni. In sostanza il sangue viene fatto circolare in maniera minore alle estremità del nostro corpo, in modo da mantenere al caldo gli organi vitali e questo si traduce in una perdita di sensibilità di mani e piedi. Per evitare questa condizione è dunque necessario mantenere al caldo le estremità del nostro corpo, altrimenti diventeranno meno sensibili e sarà difficile utilizzarle. Ve lo dice uno che ha vissuto un principio di congelamento in bicicletta: i piedi sono diventati bianchi e gonfi e totalmente insensibili. Ho dovuto massaggiarli per un’ora per cominciare a sentire il sangue fluire, con un dolore intenso concentrato intorno alle dita e vi posso assicurare che non è una sensazione piacevole.
Per proteggere le nostre estremità possiamo utilizzare dei capi d’abbigliamento specifici per l’inverno:
 
Scarpe invernali: si tratta di calzature per bicicletta che offrono una totale protezione dal vento e dall’acqua. Hanno una lamina esterna in materiale idrorepellente (solitamente goretex), con un rivestimento specifico che le rende una sorta di guscio caldo insensibile all’azione del vento. La tomaia interna è invece altamente traspirante, per cui il calore generato all’interno viene evacuato ma il freddo esterno non riesce a entrare. Quelle per mountain bike solitamente sono alte fino alla caviglia e proteggono il biker anche durante le fasi di “portage” (quando si cammina con la bici in spalla);
Calze invernali: le calze invernali sono la soluzione ai problemi di circolazione alle estremità. Infatti quelle specifiche per il ciclismo hanno una struttura singolare che va a comprimere alcuni punti del piede e dell’articolazione della caviglia, in modo da aiutare la circolazione sanguigna. Solitamente sono realizzate in lana merino (che non s’impregna di sudore e quindi non puzza) insieme a materiali sintetici. Quando il freddo è davvero intenso è bene armarsi di calze alte fino al ginocchio;
Guanti invernali: anche se possono apparire goffi e grandi, i guanti invernali proteggono le dita dal congelamento. Questo aspetto è di primaria importanza perché le mani servono per azionare i freni e avere le dita intirizzite non è il massimo quando ci si butta giù a rotta di collo da una discesa in inverno. Esattamente come le scarpe, i guanti invernali hanno un rivestimento interno caldo e traspirante e un layer esterno antivento e idrorepellente. Se fa davvero freddo il mio consiglio è di utilizzare dei sottoguanti in pile. Una soluzione ottimale sono i sottoguanti per sport invernali sulla neve, usati dagli sciatori. Tengono la mano al caldo e proteggono dal freddo intenso che riesce a penetrare la lamina esterna, senza però rendere impacciati i movimenti;
Berretto: la fronte e il capo vanno protetti con dei berretti, anch’essi rivestiti con una lamina esterna in materiale antivento e con un layer interno caldo che copre anche le orecchie. Evitate i classici berretti invernali in lana, oltre a essere ingombranti e poco pratici non sono pensati per resistere al vento e hanno la brutta abitudine di cominciare a pizzicare e di far arrossire l’epidermide. Inoltre non evacuano il sudore;

Le estremità soffrono molto il freddo per via della ridotta circolazione sanguigna ma ciò non significa che dobbiamo “dimenticarci” di tutto il resto. Una questione molto importante è la protezione delle articolazioni (collo, ginocchio, anca, gomito). Molto spesso incontro ciclisti che girano con i pantaloni corti anche in inverno. Se soffrite di dolori articolari questo è un errore grossolano, perché il freddo è una delle cause che può far sviluppare tecnopatie come dolori articolari o tendiniti, poiché l’articolazione viene continuamente raffreddata dall’aria e quindi tendini, muscoli e strutture osse lavorano senza l’adeguato calore che ne lubrifica la scorrevolezza. Per questo in inverno è meglio indossare capi caldi, elastici e traspiranti come salopette a gamba lunga, intimo adeguato e una giacca antivento dall’ottima traspirabilità.
Abbiamo visto quanto sia importante stare caldi durante le nostre uscite invernali ma è bene ricordarci che oltre al calore abbiamo bisogno di rimanere asciutti. Nonostante le temperature polari il nostro corpo, per via dell’attività fisica, aumenterà la sua temperatura esterna e produrrà calore che verrà sfogato attraverso il sudore. In estate il sudore viene dilavato in fretta dall’aria e dal vento, mentre in inverno tende a impregnare i capi a contatto con la pelle. Per questo la traspirabilità dei capi invernali è importante quanto la loro capacità di resistere al freddo e di mantenere caldo il corpo. Infatti l’aria fredda potrebbe insinuarsi al di sotto delle protezioni e raffreddare le zone impregnate di sudore, aumentando le possibilità di ammalarci. Per questo è fondamentale che i capi siano traspiranti ed evacuino il sudore senza rimanerne impregnati.

Dopo aver visto come proteggerci dal freddo e dalle condizioni atmosferiche avverse, è tempo di prestare attenzione anche al mezzo con il quale ci sposteremo durante l’inverno. Si possono infatti effettuare delle scelte tecniche per migliorarne le prestazioni e la sicurezza, oltre a offrire un’ulteriore protezione durante l’uscita. Le scelte tecniche variano molto dal tipo di bicicletta che utilizzate e dalle geometrie del telaio, ma in breve possono essere riassunte in questo vademecum:
Utilizzare copertoni invernali: le coperture invernali offrono grip sui terreni scivolosi e umidi dell’inverno, senza per questo aumentare la resistenza al rotolamento. Se uscite in bici da corsa potrebbe essere molto vantaggioso passare a coperture da 28mm, per ampliare il contatto a terra e quindi l’aderenza. Ovviamente dovrete controllare che la luce nel telaio si aadeguata per accogliere tale dimensione;
Montare i parafanghi: i parafanghi consentono di bloccare l’acqua e la sporcizia sollevata da terra per evitare che ci finisca sulla schiena. Solitamente vengono proposti in versione per city bike ma ultimamente molto aziende hanno presentato parafanghi amovibili che possono trovare spazio anche su telai molto “tirati” come quelli da corsa. Se fate mtb vi conviene montare i bashguard;
Proteggere il telaio: proteggere il telaio dall’azione dell’acqua e del fango è un’ottima soluzione per allungare la vita utile della verniciatura e dei componenti. Per farlo basta spruzzare, sulla bici pulita, un velo di lucido o polish apposito. Si tratta di prodotti a base siliconica, per cui in realtà va benissimo anche il silicone spray. Spruzzatene un velo e poi stendetelo con uno straccio pulito. In questo modo il telaio sarà protetto da una patina di silicone che impedirà all’acqua e al fango di agire, oltre a rendere più facile e veloce il lavaggio sucecssivo. Se desiderate una protezione in più potete applicare le fasce adesive amovibili a protezione delle zone più esposte. Si tratta di sagome in plastica adesiva che si applicano sul telaio ed evitano che sporco, acqua o anche il sale sparso a terra in inverno corrodano la superficie;
Usare le luci: girare in inverno significa incappare in giornate grigie, nebbiose o improvvisamente piovose. Per questo è indispensabile avere con sé delle luci per essere visibili e muoversi in sicurezza;




Una delle domande che mi vengono rivolte è “come fai a non ammalarti con questo freddo?”, come se usare la bicicletta in inverno fosse sinonimo di raffreddore o influenza. Scientificamente è stato invece provato che l’uso regolare della bici in inverno mette in atto delle trasformazioni nel nostro sistema immunitario, che migliora e si rafforza. In sostanza pedalare con il freddo “tempra” il fisico e lo rende più resistente alle infezioni. Ciò è dovuto alla straordinaria adattabilità del nostro organismo, che è progettato per sopravvivere e quindi si modifica per far fronte alle diverse sollecitazioni cui è sottoposto. I test scientifici effettuati su campioni di ciclisti e di sedentari hanno dimostrato come sia più facile ammalarsi se si passa più tempo in ambienti con riscaldamento elevato (a temperature maggiori di 20°C) piuttosto che pedalando un’ora al giorno a temperature intorno allo zero. Lo si deve alle sollecitazioni che obbligano il nostro organismo a difendersi e quindi a migliorare il sistema immunitario e che invece non si attivano quando si passa del tempo in ambienti troppo caldi senza fare attività fisica. In sostanza ha ragione il detto siciliano che “il benessere fà l’uomo vile”.
Ovviamente queste considerazioni non valgono in caso di comportamenti errati come utilizzare capi non idonei, non proteggersi adeguatamente e soprattutto non ripararsi al termine dell’uscita. Infatti dopo una lunga pedalata il nostro organismo è affaticato e debilitato. Questa condizione lo obbligherà, nelle ore successive, a lavorare per riportare a livello adeguato la risposta immunitaria, apportando tutti i benefici descritti nel paragrafo precedente. Perciò è meglio, quando si rientra dopo una pedalata, non indugiare all’esterno e rimandare le operazioni di lavaggio della bici o lo stretching di fine allenamento. E’ sempre meglio ripararsi in un ambiente caldo e fare immediatamente la doccia, che aiuta a rigenerare l’organismo. Dopodiché si può effettuare una sessione di stretching e quando ci si sentirà più in forze, pensare alla bicicletta. Così facendo si evita di esporsi alle intemperie nella fase più critica, ovvero quando la nostra risposta immunitaria è molto bassa ed è più facile contrarre infezioni alle vie respiratorie e accusare sindromi da raffreddamento.

Concludendo

“Volere è potere” e questa frase vale soprattutto in inverno, quando la pigrizia prende il sopravvento. Non esiste una stagione migliore o peggiore per usare la bici, perché ogni giorno porta con sé aspetti unici che vanno vissuti al meglio. L’importante è essere preparati ad affrontare ciò che ci aspetta, lasciando a casa l’improvvisazione. Così facendo potrete godervi le bellissime albe invernali, quando il cielo si colora di viola e l’aria si fa fredda e pura. Sono cose che si possono gustare solo in bicicletta e per le quali vale davvero la pena essere al mondo.

articolo tratto da http://www.bikeitalia.it/andare-in-bici-in-inverno-consigli/

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