il tram della comasina

martedì 10 aprile 2018

LA MIA SFIDA AL DEMONIO



Ti ho già domato due volte, ci riuscirò anche la terza….
Con questo interrogativo inizia la mia terza avventura, con il fantastico percorso, ideato da quel pazzo e un po' sadico di Max.
Le prime due edizioni le ho timbrate con alcuni miei compagni di squadra, la terza la voglio fare da solo, con la sola compagnia dalle mia fidata Guen.
La gamba non c’è, e il fatto che continui a piovere non migliora la situazione, arrivo al demonio con un giro del lago completo in solitaria e un lago interno… un po' poco per domare il demonio.


Arriva il gran giorno, sveglia alle 5, carico la mia fedele Guen in macchina e alle 6 in punto parte la mia avventura in solitaria.
Le prime salite sono le mie strade di allenamento, e fino all’imbocco dello sterrato per montevecchia, tutto  risulta familiare e per una volta apprezzo ogni scorcio e mi godo la bellezza della nostra brianza.
Lo sterrato….il mio secondo demone….. Inizio la salita e vengo rapito dalla bellezza del bosco che si risveglia dall’inverno e a farmi compagnia nella mia scalata in solitaria, ci sono tantissimi scoiattoli che zampettano sugli alberi.
In un attimo, sono a Montevecchia e li si capisce già che Max è un po' sadico…. Basterebbe girare in cima a sinistra e prendere lo sterrato, ma lui ti fa scendere….la salita del Belsedere non può mancare.
La salita del Belsedere è un classico, fortunatamente l’asfalto è asciutto e scalarla non presenta particolari difficolta.
Fatto lo sterrato in discesa, inizia l’avvicinamento alla salita della Giovenzana, dove il mio fedele Garmin, mi saluta con la gioiosa scritta “Batteria Scarica”… Dio lodi l’inventore dei Power bank, che mi farà arrivare a destinazione.


Varie salite si susseguono e poi mi fermo a Galbiate per una meritata sosta con caffè e Brioches.
Fino a qui tutto precede alla grande ma so che il demonio, mi aspetta in Cima alle montagne.
Salgo tranquillamente a Canzo e mi butto a capofitto in discesa in direzione Bellagio.
A Bellagio, inizia la salita più lunga, il super Ghisallo, salita che conosco bene, ma che non ho mai affrontato con così tante ore di bici nelle gambe.
Fino al bivio di Guello tutto procede bene, imbocco la strada a destra per Piano Rancio e inizia a farsi sentire la stanchezza….Mi fermo per 10 minuti, mi sdraio sull’erba, mangio 2 barrette e nel mentre nella mia testa inizia a balenare l’idea che forse la terza sfida non finirà bene.
Poi penso che sono Makako, sono ignorante, e mi torna in mente una foto del nostro Mario, che pur di finire una gara e diventare prestigioso l’ha finita a piedi con in mano la pedivella che si era rotta.
E allora via, rallento il passo ma arrivo a scollinare a Piano rancio e mi dirigo verso La Madonna del Ghisallo.


Mi godo un buon pranzo a base di Pizzoccheri e mi tracanno una coca cola, godendomela neanche fosse il miglior vino della terra.
Il sole mi saluta e inizia a far un freddo cane, ma tanto c’è la salita che pensa a scaldarmi.
E che salita, la conca di Crezzo, da Barni…. Certo non è la lasnigo ma con 2800m di dsl sembra il mortirolo.

Metto per la prima volta il 34-30 e scalo la salita a passo di lumaca… il Muro mi aspetta.
Salgo con calma a Caglio e arrivo al bivio per il muro….. sono cotto…lo affronto a testa alta, lo ho già domato 2 volte, ma con 3.400 mt dsl reggo i primo 980 metri ma poi desisto e metto giù il piede….spingo la bici in salita, un po' una sconfitta, ma poi penso che con l’allenamento che ho nelle gambe è già un miracolo essere arrivato li.


Volo in discesa direzione lago e mi godo il tragitto fino al bivio di Brunate….
Mi trascino letteralmente, salgo a 6 kmh e non vedo l’ora che finisca questa maledetta salita.
Finalmente scollino e so che la tripla è mia.
Dopo Brunate, Max decide di farci fare un Brianza ride, non va mai dritto, se c’è un muretto perché non farlo…
E così ci regala come ultima salita l’Orlanda, salita che usavo per fare le ripetute di forza, ma che questa volta faccio talmente lento che per poco non mi ribalto.
Mi godo gli ultimi metri del percorso, sulle mie amate colline e arrivo a destinazione dopo 11 ore di pedalata.
Sono distrutto, sono felice, sono un Makako Ignorante e per me questo è un vanto.
Festeggio con una birra e un sontuoso aperitivo questa mia terza avventura, la più bella di tutte e tre, portata a casa con il cuore e il cervello.
Grazie Max, per averci regalato un percorso, che permette ad ognuno di noi di scoprire i propri limiti e di superarli.
Sarà l’ultima…. Io non ci credo o forse lo spero……
scritto da Ivan Pagnini uno dei tanti makaki 

Un grazie a Ivan per il suo racconto e per la sua tenacia a sfidare il giro del demonio in solitaria



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