Ti ho già domato due volte, ci riuscirò anche la terza….
Con questo interrogativo inizia la mia terza avventura, con
il fantastico percorso, ideato da quel pazzo e un po' sadico di Max.
Le prime due edizioni le ho timbrate con alcuni miei
compagni di squadra, la terza la voglio fare da solo, con la sola compagnia
dalle mia fidata Guen.
La gamba non c’è, e il fatto che continui a piovere non
migliora la situazione, arrivo al demonio con un giro del lago completo in
solitaria e un lago interno… un po' poco per domare il demonio.
Arriva il gran giorno, sveglia alle 5, carico la mia fedele
Guen in macchina e alle 6 in punto parte la mia avventura in solitaria.
Le prime salite sono le mie strade di allenamento, e fino
all’imbocco dello sterrato per montevecchia, tutto risulta familiare e per una volta apprezzo
ogni scorcio e mi godo la bellezza della nostra brianza.
Lo sterrato….il mio secondo demone….. Inizio la salita e
vengo rapito dalla bellezza del bosco che si risveglia dall’inverno e a farmi
compagnia nella mia scalata in solitaria, ci sono tantissimi scoiattoli che
zampettano sugli alberi.
In un attimo, sono a Montevecchia e li si capisce già che
Max è un po' sadico…. Basterebbe girare in cima a sinistra e prendere lo
sterrato, ma lui ti fa scendere….la salita del Belsedere non può mancare.
La salita del Belsedere è un classico, fortunatamente
l’asfalto è asciutto e scalarla non presenta particolari difficolta.
Fatto lo sterrato in discesa, inizia l’avvicinamento alla
salita della Giovenzana, dove il mio fedele Garmin, mi saluta con la gioiosa
scritta “Batteria Scarica”… Dio lodi l’inventore dei Power bank, che mi farà
arrivare a destinazione.
Varie salite si susseguono e poi mi fermo a Galbiate per una
meritata sosta con caffè e Brioches.
Fino a qui tutto precede alla grande ma so che il demonio,
mi aspetta in Cima alle montagne.
Salgo tranquillamente a Canzo e mi butto a capofitto in
discesa in direzione Bellagio.
A Bellagio, inizia la salita più lunga, il super Ghisallo,
salita che conosco bene, ma che non ho mai affrontato con così tante ore di
bici nelle gambe.
Fino al bivio di Guello tutto procede bene, imbocco la
strada a destra per Piano Rancio e inizia a farsi sentire la stanchezza….Mi
fermo per 10 minuti, mi sdraio sull’erba, mangio 2 barrette e nel mentre nella
mia testa inizia a balenare l’idea che forse la terza sfida non finirà bene.
Poi penso che sono Makako, sono ignorante, e mi torna in
mente una foto del nostro Mario, che pur di finire una gara e diventare
prestigioso l’ha finita a piedi con in mano la pedivella che si era rotta.
E allora via, rallento il passo ma arrivo a scollinare a
Piano rancio e mi dirigo verso La Madonna del Ghisallo.
Mi godo un buon pranzo a base di Pizzoccheri e mi tracanno
una coca cola, godendomela neanche fosse il miglior vino della terra.
Il sole mi saluta e inizia a far un freddo cane, ma tanto
c’è la salita che pensa a scaldarmi.
E che salita, la conca di Crezzo, da Barni…. Certo non è la
lasnigo ma con 2800m di dsl sembra il mortirolo.
Metto per la prima volta il 34-30 e scalo la salita a passo
di lumaca… il Muro mi aspetta.
Salgo con calma a Caglio e arrivo al bivio per il muro…..
sono cotto…lo affronto a testa alta, lo ho già domato 2 volte, ma con 3.400 mt
dsl reggo i primo 980 metri ma poi desisto e metto giù il piede….spingo la bici
in salita, un po' una sconfitta, ma poi penso che con l’allenamento che ho
nelle gambe è già un miracolo essere arrivato li.
Volo in discesa direzione lago e mi godo il tragitto fino al
bivio di Brunate….
Mi trascino letteralmente, salgo a 6 kmh e non vedo l’ora
che finisca questa maledetta salita.
Finalmente scollino e so che la tripla è mia.
Dopo Brunate, Max decide di farci fare un Brianza ride, non
va mai dritto, se c’è un muretto perché non farlo…
E così ci regala come ultima salita l’Orlanda, salita che
usavo per fare le ripetute di forza, ma che questa volta faccio talmente lento
che per poco non mi ribalto.
Mi godo gli ultimi metri del percorso, sulle mie amate
colline e arrivo a destinazione dopo 11 ore di pedalata.
Sono distrutto, sono felice, sono un Makako Ignorante e per
me questo è un vanto.
Festeggio con una birra e un sontuoso aperitivo questa mia
terza avventura, la più bella di tutte e tre, portata a casa con il cuore e il
cervello.
Grazie Max, per averci regalato un percorso, che permette ad
ognuno di noi di scoprire i propri limiti e di superarli.
Sarà l’ultima…. Io non ci credo o forse lo spero……
scritto da Ivan Pagnini uno dei tanti makaki
Un grazie a Ivan per il suo racconto e per la sua tenacia a sfidare il giro del demonio in solitaria
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