il tram della comasina

mercoledì 28 febbraio 2018

TUTTE LE GRANFONDO DEL 2018

ecco a voi il calendario di tutte le granfondo del 2018 in programma per quest'anno


Ci sono tanti modi per correre una granfondo. Per arrivare nei primi cento, per migliorare il proprio tempo dell’anno precedente o anche semplicemente per portarla a termine, magari buttando giù qualche chilo.
Qualunque sia il vostro modo (e il vostro grado di allenamento), sarà sempre un’esperienza unica, da ricordare. Anche fosse solo per godere dei paesaggi. A patto però di essere consapevoli delle proprie possibilità e dei propri limiti e affrontarla di conseguenza (inutile voler arrivare nei primi 100 se si hanno solo 1.000 km nelle gambe).

le granfondo di ciclismo a cui partecipare

Qui di seguito un elenco delle 10 granfondo che consiglio a chiunque si riconosca in uno dei tre profili descritti (le ho fatte quasi tutte).mi manca solo solden
Ho preso in esame solo i percorsi “lunghi”, perché a mio avviso sono gli unici che fanno di una granfondo davvero una “granfondo”. Nulla vieta, se non ce la si sente, di scegliere però il percorso “medio” o quello “corto”, ove previsto.
I criteri utilizzati nella mia scelta sono 3. Quelli che, in sintesi, ritengo nel loro insieme decretino o meno il successo di una di queste manifestazioni:

Granfondo Gimondi Bianchi – Bergamo

La partenza della Granfondo Felice Gimondi a Bergamo
Prima granfondo impegnativa dell’anno. Ideale se si ha in mente di fare poi il weekend successivo la Nove Colli o a breve una delle più dure in calendario, con percorso oltre i 150 km e 3000 m. dsl per intenderci.
Il lungo della Gimondi misura 160 km e ha 2500 metri di dislivello. Percorso bello tra le Prealpi Bergamasche, scalando tra l’altro Selvino e Costa Valle Imagna. Salite mai impossibili, ma comunque tante e lunghe. È bene organizzata, i paesaggi sono piacevoli. Attenzione solo alle strade, non sempre ben tenute, soprattutto in discesa.
Numero partecipanti buono ma non elevato. L’ideale per assaporare il “ritmo gara” senza troppe esasperazioni e senza dover continuamente stare attento al vicino che sgomita o taglia la strada. Ristori abbastanza forniti e ben disposti lungo il percorso.
Potrebbe fare già caldo, portatevi due borracce ovviamente e una mantellina da usare solo per le discese. Se piove occhio alle discese, spesso sporche. Che altro aggiungere? Alla partenza potreste imbattervi in lui, Felice Gimondi da Sedrina. Tradizionalmente al via. Si parte da Bergamo, vicino allo stadio, facilmente raggiungibile in autostrada e si trova parcheggio. Da fare in giornata.

Nove Colli – Cesenatico (FC)

Un tratto appenninico della Novecolli
Un grande classico, un successo che si rinnova di anno in anno come il miracolo del sangue di San Gennaro. Chi non ha mai fatto la Nove Colli, deve riuscire a farla almeno una volta. Più che una granfondo una festa del ciclismo.
Ma attenzione: il percorso lungo è duro e insidioso. 205 km e 3840 metri di dislivello non sono pochi, sono numeri di tutto rispetto. Non si scherza.
Salite corte ma con strappi cattivi: il Barbotto tocca il 18% e l’ultimo, il Gorolo, il 17%. Rapporti agili e un buon allenamento. Non si improvvisa. Soste obbligate ai ristori se non avete ansie da “tempo”, sono fornitissimi.
Se siete agonisti, invece, attenzione ai primi 50 km, molto affollati e pieni di rotonde, per altro ben segnalate. Andare forte è rischioso e non sempre possibile. Paesaggi piacevoli, anche se non ai livelli delle Dolomiti. Organizzazione impeccabile e imponente. Ci fosse Fellini la farebbe anche lui.
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Stelvio Santini – Bormio (SO)

Un tornante sullo Stelvio
una granfondo già diventata popolarissima. Percorso durissimo (151 km e 4.059 m. dsl) e arrivo in cima a sua maestà lo Stelvio. Mettere il traguardo di una granfondo in cima al passo più famoso d’Italia è già un’idea bellissima. Emozioni garantite.
Prima però dovrete fare il Mortirolo e da un versante praticamente inedito, da Tovo Sant’Agata, con l’ultimo tratto durissimo, in cemento. Forse eccessivo, a molti toccherà scendere dalla bici. Organizzazione buona (sia ristori, sia assistenza in gara). È possibile lasciare sacco con indumenti asciutti in cima allo Stelvio per cambiarsi dopo l’arrivo. Fondamentale per affrontare la discesa, con massima prudenza e tenendo sempre la destra, verso Bormio dove è previsto il Pasta Party.
Granfondo per scalatori puri, richiesta preparazione adeguata, per intenderci la stessa che serve per Sportful Dolomiti Race, La Marmotte e Ötztaler, le 3 più dure d’Europa. La Stelvio Santini ci si avvicina. E se va avanti così tra qualche anno sarà tra le prime.

Sportful Dolomiti Race – Feltre (BL)

Un tornante della Sportful Dolomiti Race
Una delle tre granfondo più dure d’Europa. “Only real cyclists” recita il sito. E non tradisce. Un lungo di 204 km ma soprattutto con quasi 5.000 metri di dislivello. Salite lunghe e impegnative (4, di cui 3 attorno ai 20 km). Su tutte il terribile Manghen. Da affrontare con un alto livello di allenamento. Non adatta alle matricole insomma (non vi venga in mente di farla come vostra prima).
Paesaggi molto belli, soprattutto il già citato Manghen e il Rolle, nel cuore delle Dolomiti bellunesi. Organizzazione e ristori non sempre all’altezza, poca scelta negli alimenti e poca attenzione in alcuni punti pericolosi, vedi la lunga discesa dal Rolle.
Bellissima scoperta Feltre, luogo della partenza e dell’arrivo: borgo medioevale poco conosciuto tutto da vedere. Difficile, per non dire impossibile, trovare da dormire in loco (più ricettività nel raggio di 30 km). Se si cerca una sfida con se stessi (e non si è alle prime armi), è la granfondo giusta.

La Campionissimo – Aprica (SO)

Un ciclista durante La Campionissimo
Se non avete mai fatto Gavia e Mortiroloè sicuramente il vostro giorno. Se vi sono indigeste le pendenze a doppia cifra, lasciate stare. Una granfondo nel segno di Marco Pantani (una volta si chiamava così).
Però attenzione: se il Gavia (17 km) è duro ma spettacolareil Mortirolo (12 km) è duro e basta. Anzi, spietato. Una salita che da sola fa la gara: pendenza media oltre il 10%, massima quasi 20%. E lo si affronta con 2000 m. di dislivello nelle gambe. Risparmiatevi dunque prima.
Una granfondo così lascia il segno e le tossine nei muscoli, anche più di quanto dicano i numeri (lungo da 175 km e 4500 m. dsl). Arrivate preparati e riposati dunque (e magari prendetevi il lunedì di ferie). Ma la bellezza del Gavia e il mito del Mortirolo la inseriscono nella top 7.
Unico neo, organizzazione non sempre all’altezza: pochi i ristori, e occhio alle discese, soprattutto quella della partenza dall’Aprica a Edolo (buche e strettoie).

Maratona dles Dolomites – La Villa (BZ)

La regina delle granfondo la Maratona delle Dolomiti
La regina delle granfondo. Forse la più bella, sommando i 3 fattori: difficoltà, organizzazione, paesaggi.
Sembra corta, solo 138 km – pochi per un lungo – ma se si considera che ha 4200 metri di dislivello, le cose cambiano drasticamente. Nel rapporto tra i due numeri è la più dura d’Europa.
Se non avete mai pedalato sui passi delle Dolomiti che hanno fatto la storia del ciclismo (Sella, Pordoi e Giau per citare solo i più famosi), è l’occasione ideale. Zero auto, organizzazione impeccabile (ristori tanti e fornitissimi, strudel e speck dell’Alto Adige compresi), emozioni assicurate.
Attenzione alle prime due salite però (Campolongo e Pordoi): affollatissime, si crea effetto imbuto. Poi una goduria. È veloce, però occhio ai crampi nel finale. Soprattutto se, come spesso accade, farà caldo. Due borracce obbligatorie. Mentre salite il Pordoi obbligatorio voltarsi indietro a guardare.


Ötztaler Radmarathon – Sölden (AUSTRIA)

La granfondo più dura la Otztaler Radmarathon
La maglia da “Finisher” data solo dopo l’arrivo dice tutto. La Ötztaler Radmarathon è l’altra regina delle granfondo, forse la più dura in assoluto (238 km per 5.500 metri di dislivello). Si accede, come per la Maratona dles Dolomites, tramite sorteggio.
Costa tanto (quasi 150 euro e la location nel Tirolo austriaco, non aiuta certo, Söldenè carissima), ma ne vale assolutamente la pena. Pre-iscrizioni aperte dal 1 al 28 febbraio. Lunga, dura e soprattutto con il punto di massima difficoltà alla fine.
Il passo del Rombo, 29 km e oltre 2000 metri di dislivello. Lo si affronta con 180 km e 3.500 metri di dislivello nelle gambe. La gara è tutta lì, in quella salita. Fino a quel momento è solo “riscaldamento”. Da lì comincia un’altra storia, un’impresa nell’impresa. Una sfida con se stessi, dove cedere è facilissimo, ma arrivare in cima è bellissimo.
Il segreto di questa gara è tutta in questa geniale e perfida idea di aver messo il vero ostacolo solo alla fine. Paesaggi splendidi, organizzazione perfetta, ciclisti da tutto il mondo. Uno scenario unico, che ne fa, a mio parere, ampiamente la più bella.
PS: non esiste percorso “Medio”, se partite dovete arrivare in fondo.
io direi che nel corso degli anni la Campionissimo e la Stelvio hanno perso un loro fascino 
mentre rimangono epiche Sportful e Otzaler.Le dolomiti bella da fare una volta nella vita perche' ha dei paesaggi da urlo.
la Nove Colli la posso chiamare il mondiale del Ciclismo amatoriale
a voi la scelta

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