Granfondo Gimondi Bianchi – Bergamo, 15 maggio 2016
Prima granfondo impegnativa dell’anno. Ideale se si ha in mente di fare poi il weekend successivo la Novecolli o a breve una delle più dure in calendario, con percorso oltre i 150 km e 3000 m. dsl per intenderci.
Il lungo della Gimondi misura 160 km e ha 2500 metri di dislivello. Percorso bello tra le Prealpi Bergamasche, scalando tra l’altro Selvino e Costa Valle Imagna. Salite mai impossibili, ma comunque tante e lunghe. È bene organizzata, i paesaggi sono piacevoli. Attenzione solo alle strade, non sempre ben tenute, soprattutto in discesa.
Numero partecipanti buono ma non elevato. L’ideale per assaporare il “ritmo gara” senza troppe esasperazioni e senza dover continuamente stare attento al vicino che sgomita o taglia la strada. Ristori abbastanza forniti e ben disposti lungo il percorso.
Potrebbe fare già caldo, portatevi due borracce ovviamente e una mantellina da usare solo per le discese. Se piove occhio alle discese, spesso sporche. Che altro aggiungere? Alla partenza potreste imbattervi in lui, Felice Gimondi da Sedrina. Tradizionalmente al via. Si parte da Bergamo, vicino allo stadio, facilmente raggiungibile in autostrada e si trova parcheggio. Da fare in giornata.
Novecolli – Cesenatico (FC), 22 maggio 2016
Un grande classico, un successo che si rinnova di anno in anno come il miracolo del sangue di San Gennaro. Iscrizioni sold out da novembre scorso, in soli quattro minuti, record. Chi non ha mai fatto la Novecolli, deve riuscire a farla almeno una volta. Più che una granfondo una festa del ciclismo.
Ma attenzione: il percorso lungo è duro e insidioso. 205 km e 3840 metri di dislivello non sono pochi, sono numeri di tutto rispetto. Non si scherza.
Salite corte ma con strappi cattivi: il Barbotto tocca il 18% e l’ultimo, il Gorolo, il 17%. Rapporti agili e un buon allenamento. Non si improvvisa. Soste obbligate ai ristori se non avete ansie da “tempo”, sono fornitissimi.
Se siete agonisti, invece, attenzione ai primi 50 km, molto affollati e pieni di rotonde, per altro ben segnalate. Andare forte è rischioso e non sempre possibile. Paesaggi piacevoli, anche se non ai livelli delle Dolomiti. Organizzazione impeccabile e imponente. Ci fosse Fellini la farebbe anche lui.
Stelvio Santini – Bormio (SO), 5 giugno 2016
5a edizione per una granfondo già diventata popolarissima. Percorso durissimo (151 km e 4.059 m. dsl) e arrivo in cima a sua maestà lo Stelvio. Mettere il traguardo di una granfondo in cima al passo più famoso d’Italia è già un’idea bellissima. Emozioni garantite.
Prima però dovrete fare il Mortirolo e da un versante praticamente inedito, da Tovo Sant’Agata, con l’ultimo tratto durissimo, in cemento. Forse eccessivo, a molti toccherà scendere dalla bici. Organizzazione buona (sia ristori, sia assistenza in gara). È possibile lasciare sacco con indumenti asciutti in cima allo Stelvio per cambiarsi dopo l’arrivo. Fondamentale per affrontare la discesa, con massima prudenza e tenendo sempre la destra, verso Bormio dove è previsto il Pasta Party.
Granfondo per scalatori puri, richiesta preparazione adeguata, per intenderci la stessa che serve per Sportful Dolomiti Race, La Marmotte e Ötztaler, le 3 più dure d’Europa. La Stelvio Santini ci si avvicina. E se va avanti così tra qualche anno sarà tra le prime.